Si tratta di silicone spray.
Prendete i vostri fili da ricamo, quelli metallizzati, più fragili rispetto al poliestere o al rayon; metteteli in una borsina di plastica e spruzzateli con lo spray. Poi provate a cucire: il filo scivolerà attraverso la cruna dell’ago senza dare impicci.
Questo nuovo prodotto si è aggiunto alle altre bombolette disponibili in negozio: la colla temporanea spray e l’adesive cleaner per i telai da ricamo
Una precisazione sui piedini Bernina: tutti i piedini Bernina sono contrassegnati da un numero, ma alcuni sono seguiti dalla lettera B, C o D. La lettera B indica la presenza di un sensore, la lettera C dice che il piedino è adatto al punto largo 9 mm, la lettera D significa che nel piedino può essere inserito il doppio trasporto.
Ecco dunque che abbiamo, per esempio, un piedino 20, un 20C ed un 20D.
Per macchine fino alla 440 (con punto largo 5,5 mm) il piedino 20 va bene. Per macchine a partire dalla 450 (larghezza punto 9 mm) si usa il piedino 20C. Sulla serie 8 il piedino 20D consente di inserire la leva del doppio trasporto. Naturalmente i piedini sono intercambiabili, perchè l’attacco è uguale. Quindi su una 440 posso tranquillamente montare un 20C od un 20D, nulla cambia. Invece se monto un piedino 20 es su una macchina serie 8, la larghezza del punto verrà automaticamente limitata a 5 ,5 mm (per non rompere l’ago) e non sarà possibile inserire il doppio trasporto.
Ecco dunque che dei piedini n. 1 – 3 – 10 – 12 – 20 – 29 -34 – 39 – 40 – 44- 46 -52 – 59 -60 – 95 esiste anche una versione “C” e dei piedini n. 1 – 4 – 8 – 14 – 34 -37 – 52 -57 esiste anche una versione “D”.
26 classico piedino per ricamo a telaio con foro a goccia per evitare danni al filo superiore e garantire ricami perfetti
44C è il piedino consigliato con il programma cutwork a telaio
43 serve x lavorare a mano libera trascinando un cordoncino decorativo quindi si ottiene un effetto 3D esi può usare per ricamare a telaio con unita ricamo purchè il ricamo sia a cucitura dritta (punto scritto) Può essere utile per prendere pratica sul movimento delle mani nel quiltare, perchè le inevitabili irregolarità sulla lunghezza punto sono mascherate dal cordoncino
29 per quiltare senza bsr consigliabile per la serie 3 e per tutte quelle che iniziano perchè è trasparente
9 piede da rammendo (alcune macchine l’avevano a corredo), può essere usato al posto del 29 anche se il 29 trasparente aiuta di più.
24 soletta aperta per chi ha già un po di esperienza e realizza disegni quilt un po’ più elaborati, ripassando più volte nello stesso punto mantenendo una elevata precisione.
BSR (utilizzabile dalla serie 4 in su) ha a corredo 3 solette: una aperta (simile al 24) una chiusa (simile al 9) e una larga e trasparente (simile al 43).
Un po’ di chiarezza sui piedini orlatori: ce ne sono tanti, e la differenza si nota di più guardando la parte sotto del piedino: qui vedo meglio l’ampiezza dell’orlo ed se si tratta di un orlo piatto od arrotolato:
61 fa una rifinitura piatta con punto zig-zag 2 mm (gira il margine ma lo rende piatto)
62 fa rifinitura piatta da 2 mm con punto dritto (un orlo da fazzoletto)
63 si può utilizzare a punto dritto oppure zz per effetto orlo bambola
64 per un orlo piatto da 4 mm
66 per un orlo a punto dritto da 6 mm
68 fa una rifinitura arrotolata da 2 mm con punto zz (questo è più adatto ai tessuti in jersey o leggeri in generale).
Come sapete ormai da un po’ di tempo siamo passati al filato Mettler.
Il Poliestere POLY SHEEN è resistente e lucido, e questo lo rende adatto sia al cucito sia al ricamo sia al quilt. E dà un ottimo risultato anche con la tagliacuci.
La paletta colori è molto ricca: 160 colori in formato grande + 135 mezze tinte in formato 200 mt., oltre a 12 multicolor e 12 metallizzati (di cui 2, oro ed argento, disponibili alche in formato grande)
Potete consultare la cartella colori qui di seguito, scaricarla e stamparla, in modo da evitare l’acquisto di “doppioni”.
Paletta colori poly sheen.doc. Dimensione: 490,5 Kb. Tipo: doc
Spesso mi chiedono se le stoffe per il patchwork sono utilizzabili per l’abbigliamento. Perchè no?
Negli abiti estivi si possono ottenere effetti stupendi. Bisogna solo ricordarsi di ricalcolare i quantitativi, perchè le stoffe americane sono alte 110 cm e non 140 come le cotonine da camiceria. Approfittando delle tante sfumature combinabili tra loro, si possono ottenere effetti molto allegri.
Cosa mettere sul fondo delle borse di stoffa per far sì che non diventino “sacche” e che non si deformi?
Io uso la S133, un supporto semirigido, con una parte termoadesiva (si attacca col ferro da stiro). Per sicurezza io preferisco anche cucire il rinforzo (si cuce agevolmente con un ago normale), così sono sicura che non si staccherà con i lavaggi (le borse di stoffa si lavano ad acqua). L’unica accortezza è che arrotondo gli spigoli del rettangolo di supporto rigido, che altrimenti si noterebbero troppo. In negozio lo trovate a metratura, h.45 cm.
Oltre a questo, se preferite un supporto più morbido (al tatto la consistenza è simile alla pelle) c’è sempre disponibile il decovil, anch’esso termoadesivo da un lato.
Ce ne sono davvero tanti tipi e tante marche, ma, semplificando possiamo dividerle in tre grandi gruppi.
Del 1° gruppo fanno parte quelle da strappare. Sono le più diffuse nel ricamo a macchina e a telaio. Si posizionano sul retro della stoffa ed al termine del lavoro si strappa via l’eccesso. Io utilizzo quelle a grammatura 40 o 28 a seconda della stoffa. Quella sottile è molto adatta anche al patchwork su carta, quella più pesante si trova sia bianca che nera. Provatela anche per ottenere asole perfette, soprattutto su stoffe elasticizzate. Se ne trovano in commercio anche versioni auto-adesive o termo-adesive, che io non uso molto, perchè trovo più conveniente e pratica la colla temporanea, anche se in tal caso devo impostare e terminare il lavoro nell’arco di poche ore.
Del 2° gruppo fanno parte quelle da tagliare adatte a ricami con alta densità di punti. Si usano come le prime, ed alla fine del lavoro si ritaglia l’eccesso intorno al ricamo.
Il 3° gruppo è costituito da quelle solubili, le mie preferite, perchè al primo lavaggio se ne vanno lasciando il ricamo “pulito” (perciò usando filo da ricamo anche sotto si ottiene un effetto double-face su tende, sciarpe…) e morbido, perchè non ci sono residui imprigionati nel ricamo. Ricamando direttamente sullo stabilizzatore si ottengono splendidi pizzi. C’è anche una fisellina molto sottile, che, a differenza di tutte le altre, non si mette sotto, bensì sopra alla stoffa. non sostituisce lo stabilizzatore, che va comunque usato, ma protegge la stoffa delicata (seta,organza,tulle) ed impedisce che il ricamo “affondi” nella stoffa (spugna, velluto, lana grossa). Provatelo anche negli orlini su pizzo eseguiti con la tagliacuci (rende omogeneo un tessuto che per sua natura è irregolare, facilitando il trasporto). Anche tra le solubili esiste una versione autoadesiva, che io, in genere uso solo con la macchinetta plissettatrice, mentre per il resto la sostituisco con la colla temporanea.
Un consiglio per chi ricama a telaio (chi segue le nostre attività in negozio di certo lo ha già sentito): il risultato migliore si ottiene utilizzando la piastrina a punto dritto, che tiene nella giusta posizione il filo sottospola, nonostante il movimento del talaio. Questo vale per ogni marca di macchina per ricamo a telaio.
Per quanto riguarda il cucito utile, questo tipo di piastrina è l’ideale per cucire il voile o le sete sottilissime: si evita che la stoffa possa “incastrarsi” nel foro largo della piastrina tradizionale.
Che filato utilizzare come sottospola nel ricamo a telaio?
In genere il filo sottospola deve essere più sottile di quello sopra. Il bobbinfil (per il sotto del ricamo)ha titolo 120, mentre il poliestere ed il rayon da ricamo più usati (per il sopra del ricamo) hanno titolo 40. Più grande il numero = più sottile il filo. La limitazione nasce dal fatto che il bobbinfil c’è solo bianco e nero. Sicuramente se devo ricamare su un golfino rosso non uso nè il bianco nè il nero, preferisco usare il poliestere per cucito titolo 100-120. Qualche volta uso lo stesso filo da ricamo del sopra, soprattutto nei pizzi, o quando voglio ottenere un effetto double face. In questo caso preferisco il poliestere da ricamo, più resistente del rayon. L’unico filo che non metto mai sotto è quello metallizzato o glitterato
Dipende da ciò che devo fare: per i quilt io prediligo le ovatte soffici e leggere di Pellon e Tuscany. Sono sintetiche, in pura lana o in cotone. Le prime due danno un effetto molto “cicciotto”, quella in cotone un po’ meno, ma è davvero morbida ed adattissima per i quilt da mezza stagione.
Per il cucito creativo prediligo i prodotti Freudenberg, perchè in genere hanno più “struttura” e sono più adatti a borse o pannelli. Ce n’è un tipo sintetico termoadesivo e voluminoso, ed un tipo in misto cotone, piuttosto compatto, resistente al calore (questo la rende adatta anche per presine e guanti da forno).
Per centrotavola e boutis, oltre all’80/20 (80% cotone e 20% sintetico per ridurre al minimo il restringimento) c’è l’80/20 Fusible, provvisto di uno strato di colla da entrambi i lati, si può stirare davanti e dietro in un colpo solo, è riposizionabile per togliere eventuali pieghine e lo strato di colla se ne va al primo lavaggio. Oppure la H 630 Freudenberg, sintetica, sottile e termoadesiva. Per bambole e pupazzi infine c’è l’ovatta in fiocchi.
Insomma, in negozio trovi prodotti adatti per ogni esigenza.
Nel posizionare le parti del cartamodello sulla stoffa bisogna fare attenzione che i lustrini siano tutti rivolti verso il basso del capo. Tagliare le varie parti ed eseguire una cucitura di sostegno lungo il bordo di ogni pezzo, per non perdere i lustrini.
Cucire nel senso in cui vanno i lustrini, sul diritto, per evitare che si impiglino nel piedino della macchina (usando un ago appuntito del 90).Togliere i lustrini che si sono staccati dai margini e tenerli da parte. Unire i vari pezzi con lunghezza punto 3-3,5. Controllare il dritto della cucitura ed usare i lustrini tenuti da parte per sostituire quelli danneggiati o mancanti (bisognerà attaccarli uno per volta a mano con ago e filo sottile)